Franco Calandrini torna in libreria con una difficile storia d'amore
di Roberto Artioli
Il secondo romanzo di Franco Calandrini è in libreria. La vena letteraria del creatore del “Cortoimolafestival” e del “Ravenna Nightmare Film Fest’ prosegue dopo l’esordio di due anni fa con È colpa di chi muore.
Ora Calandrini firma Corpi estratti dalle macerie (edito da quarup), dramma esistenziale che coinvolge un uomo e una donna, in una terra lontanissima e sconosciuta ai più, almeno fino a qualche giorno fa: il Kazakhstan. Relegati in un appartamento in un lussuoso residence nella città di Atyrau, la coppia sta vivendo una storia d’amore difficile. La donna è infatti sposata con un altro uomo. La bufera imperversa fuori dalla struttura. È impossibile uscire. Il freddo, la neve e il vento impediscono ogni via di fuga e la coppia è costretta al confronto. L’uno non può sfuggire all’altro. Solo saltuari collegamenti con Skype interrompono il “duello” tra i due. «Il libro è ambientato in un luogo che ho frequentato per motivi di lavoro – spiega l’autore – e mi è sembrato perfetto per una storia di forti sentimenti. Ad Atyrau nessuno parla inglese, è una terra dove non si può rimanere passivi. Bisogna fare in fretta a comprendere qualche nozione di cirillico, altrimenti diventa impossibile perfino prenotare un taxi. In questo luogo i due protagonisti si ritrovano in una situazione che li mette di fronte alle loro responsabilità. Il tutto si svolge a poche centinaia di metri dal fiume Ural che è linea di confine tra Europa e Asia. Fuori c’è una tempesta di neve. Il freddo in Kazakhstan è qualcosa di insostenibile e finché non lo si sperimenta di persona è difficile comprenderlo».
Calandrini racconta una storia d’amore complicata, e forse compromessa, dove si è persa la spinta iniziale e accade qualcosa che costringe i protagonisti Ivan e Martha a prendere le cose sul serio: «È una storia come tante altre – spiega Calandrini –; il corteggiamento e l’innamoramento hanno lasciato spazio al quotidiano solo che ora i protagonisti devono prendere una decisione importante, vitale e fanno di tutto per non affrontare la situazione. Fino a che rimarranno nell’appartamento sanno che ci sarà ancora una speranza. Una volta usciti di lì non sarà facile tornare indietro». Calandrini parla anche dello stile narrativo prescelto: «La prima stesura assomigliava molto a una pièce teatrale ma poi, col sapiente intervento dell’editore, abbiamo modificato il registro. L’editore ha svolto un ruolo prezioso e fondamentale per la riuscita di un libro che a livello narrativo richiama esplicitamente il drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès».
Calandrini racconta una storia d’amore complicata, e forse compromessa, dove si è persa la spinta iniziale e accade qualcosa che costringe i protagonisti Ivan e Martha a prendere le cose sul serio: «È una storia come tante altre – spiega Calandrini –; il corteggiamento e l’innamoramento hanno lasciato spazio al quotidiano solo che ora i protagonisti devono prendere una decisione importante, vitale e fanno di tutto per non affrontare la situazione. Fino a che rimarranno nell’appartamento sanno che ci sarà ancora una speranza. Una volta usciti di lì non sarà facile tornare indietro». Calandrini parla anche dello stile narrativo prescelto: «La prima stesura assomigliava molto a una pièce teatrale ma poi, col sapiente intervento dell’editore, abbiamo modificato il registro. L’editore ha svolto un ruolo prezioso e fondamentale per la riuscita di un libro che a livello narrativo richiama esplicitamente il drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès».
http://www.quarup.it/leggi_recensione.php?idrecensione=194&idlibro=47
Nessun commento:
Posta un commento