Ho scoperto or ora che di questa raccolta, di cui pensavo non esistesse più neppure una copia, oltre ad essere uno dei libri più venduti dall'editore, ne esistono ancora 5 copie.
Mettete che un giorno valgano qualcosa, che fate? Ve le lasciate scappare?
Prezzo € 8,50
Prezzo di coperina € 10,00
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http://www.ibs.it/code/9788895214696/calandrini-franco/non-fare-niente.html
QUARTA DI COPERTINA
Nel suo libro d’esordio Franco Calandrini
rispolvera la sottile arte del racconto e si rivela scrittore capace di
accostare la delicatezza della forma, l’abile costruzione di un racconto che si
prende il suo tempo, con momenti di grande violenza. Violenza pura, quella
colorata di bianco, che acceca un contenuto narrativo “non omogeneo”. Un artista
delle parole. Un giocoliere. Un prestigiatore del lessico. Le frasi brevi ti
lasciano senza respiro… e ti costringono a continuare a leggere. Non manca
l’umorismo, l’ironia diffusa né mancano le vicende allegre. C’è persino tanta
amara dolcezza. Eppure il protagonista principale è la solitudine, filo
conduttore denso di significati e di profonda sensibilità. Tanti individui soli,
per motivi diversi, ma soli in questa raccolta di racconti che assomiglia a un
viaggio introspettivo in compagnia delle ombre che ognuno ha dentro di sé.
In particolare il racconto che dà il titolo al libro ha vinto nel 2005 il Primo Premio del Concorso Prosapoetica indetto dall’Editore Fara con la motivazione Racconto magistrale. Racchiude in sé una vita e in poche righe riesce a fare sognare e rabbrividire. Credibile in ogni sua parte, ricorda essenze Carveriane nella sua ricerca estrema del profondo di fondamento del vivere quotidiano, ricorda Ermanno Krumm e Tiziano Rossi nella prosa alla fine poetica. Abilità sopraffina dello scrivere, richiamo del cuore e della passione (Angelo Leva)
In particolare il racconto che dà il titolo al libro ha vinto nel 2005 il Primo Premio del Concorso Prosapoetica indetto dall’Editore Fara con la motivazione Racconto magistrale. Racchiude in sé una vita e in poche righe riesce a fare sognare e rabbrividire. Credibile in ogni sua parte, ricorda essenze Carveriane nella sua ricerca estrema del profondo di fondamento del vivere quotidiano, ricorda Ermanno Krumm e Tiziano Rossi nella prosa alla fine poetica. Abilità sopraffina dello scrivere, richiamo del cuore e della passione (Angelo Leva)
BIOGRAFIA 2006
Nato a Ravenna nel ’61, laureato D.A.M.S.,
dapprima assistente di laboratorio di Fisica e taxista, poi produttore di
documentari, corti e videoclip e infine fondatore di due festival di cinema
caratura nazionale - Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest,
che tutt’ora dirige. La trilogia di racconti Donne al limite, il breve
racconto Il sesto capodanno e la serie chiamata
Sovrapposizioni hanno vinto il concorso di marzo 2007 indetto dal
Portale Letterario In-Edita; Non serve nessun talento e La notte di
San Lorenzo sono stati inclusi negli E-Book di Febbraio/Marzo 2008 I
Magnifici 7 nel Portale Letterario Babylon Cafè; La mia bottega e A
volte sarebbe meglio non sapere niente sono stati pubblicati dalla Rivista
Letteraria Carta e Penna.Articolo tratto da "Colonne d'Ercole"
Articolo tratto da Literary
Nel suo libro d’esordio Franco Calandrini
rispolvera la sottile arte del racconto e si rivela scrittore capace di
accostare la delicatezza della forma, l’abile costruzione di un racconto che si
prende il suo tempo, con momenti di grande violenza. Violenza pura, quella
colorata di bianco, che acceca un contenuto narrativo “non omogeneo”. Un
artista delle parole. Un giocoliere. Un prestigiatore del lessico. Le frasi
brevi ti lasciano senza respiro… e ti costringono a continuare a leggere. Non
manca l’umorismo, l’ironia diffusa né mancano le vicende allegre. C’è persino
tanta amara dolcezza. Eppure il protagonista principale è la solitudine, filo
conduttore denso di significati e di profonda sensibilità. Tanti individui
soli, per motivi diversi, ma soli in questa raccolta di racconti che assomiglia
a un viaggio introspettivo in compagnia delle ombre che ognuno ha dentro di sé.
In particolare il racconto che dà il titolo al
libro ha vinto nel 2005 il Primo Premio del Concorso Prosapoetica indetto
dall’Editore Fara con la motivazione Racconto magistrale. Racchiude in sé
una vita e in poche righe riesce a fare sognare e rabbrividire. Credibile in ogni
sua parte, ricorda essenze Carveriane nella sua ricerca estrema del profondo di
fondamento del vivere quotidiano, ricorda Ermanno Krumm e Tiziano Rossi nella
prosa alla fine poetica. Abilità sopraffina dello scrivere, richiamo del cuore
e della passione (Angelo Leva)
“Nostalgia e solitudine” articolo di Anna Borelli
“Io non so fare niente” (Giovane Holden Edizioni, 2008), esordio narrativo di Franco Calandrini, è una raccolta di racconti che ha per leitmotiv l’impossibilità di relazioni affettive serene: assomigliano, i personaggi, alle famiglie infelici di un celebre incipit tolstojano, ognuno infelice a suo modo. Uno dei racconti più lirici è “Mille Miglia“, testimonianza d’affetto di un figlio nei confronti del padre, che gli ha trasmesso l’amore per le automobili.
Il ricordo dell’adorata auto giunta al termine
del suo percorso risveglia quello della fine del padre, accompagnato da un
viatico d’eccezione: la Mille Miglia.
“Una seconda occasione” è il
racconto di una scrittrice in crisi creativa dopo il successo del primo
romanzo. Cita Robert Musil, traduce Virginia Woolf e confronta la sua vita da
trentenne con quella di artisti illustri. Nascerà anche una lucida e cupa
analisi della propria sfera affettiva. Un appuntamento al buio è il tema de “La
notte di San Lorenzo“, altro racconto degno di nota: una quarantenne
va a cena con un uomo più giovane conosciuto in chat, e passa la serata a
giudicare ogni sua singola mossa. Per di più, si accorge di non avere nessun
desiderio da affidare alle stelle cadenti della notte di San Lorenzo.
“Poteva capitare a chiunque”
spinge il lettore a soffermarsi su tematiche profonde: il senso del dolore, la
relativizzazione dei problemi di fronte alla morte, la perdita di dignità
causata dalla malattia. Intriso di nostalgia à la Amarcod è il
racconto “La mia bottega“: la storia di un barbiere che
comincia l’attività commerciale nel 1961 e registra le trasformazioni di
costume e urbanistiche che avvengono fino a oggi. Si ha la percezione che la
parte più significativa della vita sia ormai trascorsa e che fosse anche
migliore di quella attuale.
Un personaggio che entrerà nell’immaginario del
lettore, una volta fatta la sua conoscenza, è Saddham (che significherebbe anche
“l’indesiderato”), il nano di “Sono cattivo, davvero“.
Affida al lettore il racconto delle ultime vicende della sua vita. La sua morte,
ad opera del branco, costituirà l’epilogo di una vita trascorsa tra attività
illecite, atti di pura cattiveria e un omicidio.
I racconti di Calandrini sono un chiaro
omaggio a Raymond Carver, uno degli scrittori di racconti più
significativi del ’900. Narrazioni avvincenti, dove l’attenzione del lettore è
magistralmente sempre alta, con l’unico difetto della ripetizione di alcuni
elementi, per esempio i nomi dei protagonisti, che danno la sensazione del “déjà
vu”.
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