venerdì 23 agosto 2013

Corpi estratti dalle macerie: dove trovarlo on line

 
 
 
 
Produttore e di documentari e cortometraggi, fondatore di due festival cinematografici (Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest), Franco Calandrini viaggia tra gli incubi con la sua telecamerina digitale anche quando scrive. Lo sa chi ha letto il suo esordio narrativo, il noir È colpa di chi muore (Il Maestrale 2011). Lo conferma chi legge adesso il suo nuovo lavoro, Corpi estratti dalle macerie.
 
Non sono incubi di quelli che si dissolvono al mattino, mostri del Monte Calvo di Mussorgskij, ma proprio gli incubi che definiamo tali quando ci tocca di viverli: mirabile traslato, il titolo stesso di questo singolare piccolo libro, allude alle macerie morali che restano dei terremoti di ogni vita.
Narra un fatto, e descrive l’universale in una forma che ha preso via via, in lavorazione e senza che fosse cercato, l’aspetto di un romanzo in forma di dramma alla Sunset Limited, di una visone pronta a passare dalla pregiata carta avorio al palcoscenico di un teatro o alla sequenza visiva di un film.
Un uomo e una donna, chiusi in una stanza, all’interno di uno dei “residence di lusso” che la Compagnia petrolifera ha fatto costruire “a poche centinaia di metri dal fiume Ural”. Affascinantissimo “interno”, o promettentissimo inizio, ma “quello è solo l’inizio”, appunto. In realtà Martha, “capelli folti rosso rame, maestosa, abbondante, regale, con un viso bellissimo deturpato da una cicatrice”, e Ivan “piccolo, arcigno, calvo, muscoloso, un fascio di nervi nudo” sono lì per “concludere”, tecnicamente, la storia che ce li ha condotti. E con gesti e frasi che sorprendono loro prima di chi legge, arriveranno alla conclusione insieme più logica e più sconvolgente.
 

http://www.throughtheblackhole.com/in-libreria-corpi-estratti-dalle-macerie/

giovedì 22 agosto 2013

Corpi estratti dalle macerie di Alfredo Ronci (Il Paradiso degli Orchi - Rivista di Letteratura Contemporanea)

Corpi estratti dalle macerie
Quarup, Pag. 67 Euro 12,90
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Il rintocco delle campane scocca un’ora imprecisata. Per adesso accontentiamoci di sapere che è pomeriggio. Nevica su Atyrau, la città del fango, adagiata circa venti metri sotto il livello del mare, in piena depressione caspica, nel Kazakhstan sud occidentale, più vicino a Mosca che alla sua capitale,
E in un hotel di questo inferno quasi di stenti c’è Martha (non diciamo la sua provenienza), capelli folti rosso rame, abbondante e regale, con il viso leggermente deturpato da una cicatrice, e Ivan (lo stesso), piccolo, arcigno e muscoloso.
Cosa succede in questo maniero?
A dire la verità nulla. Nulla nel senso che tra uno sberleffo e un altro, tra una ferocia ed un’altra, quel che poi si segnala è una forte passione e un forte senso di appartenenza.
Corpi estratti dalle macerie è un romanzo bisbigliato (anche se poi le urla si sentono eccome), è una storia che sembra prolungata nel tempo, ma che ha anche una corporeità attuale e segnata dalla mise-en-scène più materiale.
Cos’è allora che non funziona in questo quadro di amori e passioni travolgenti? Cos’è che non funziona in questa commedia di alti e bassi, dove il coinvolgimento è totale solo nel momento in cui ognuno dei due ha perso la strada del ritorno?
Non funziona l’amore.
Non funziona il modo di risvegliarsi e cantare la prima cosa che viene in mente, perché quella che si avverte è sempre la seconda.
Non funziona perché c’è un terzo: Allora dài facciamo un gioco, io faccio delle supposizioni e tu le chiudi. Ok? Dài, è un gioco bellissimo. Mettiti lì. No? Fa niente, mi stendo io. Senti: io adesso mi fermo qui e dico ad Ermes che non torno, secondo te che succede? Te lo dico io. Prende il primo volo e mi viene a prendere.
Ma anche l’eventualità del terzo verrebbe meno se ci fosse la volontà di fare meglio, di costruire qualcosa che sia in grado di superare non solo le passività del momento, ma anche le incertezze di tutta una vita.
Corpi estratti dalle macerie è proprio questo: faticare per trovarsi tra le dita non soltanto l’esito di un’esistenza, ma anche di un momento.
Il tentativo ultimo di far sì che il botto finale sia davvero quello mi lascia molto perplesso. C’è qualcosa che non racconta.
E che muore comunque.


di Alfredo Ronci

http://www.paradisodegliorchi.com/Corpi-estratti-dalle-macerie.26+M52f625f3467.0.html