giovedì 23 maggio 2013

http://www.throughtheblackhole.com/in-libreria-corpi-estratti-dalle-macerie/

In libreria CORPI ESTRATTI DALLE MACERIE

Written by Giulio De Gaetano
 
Produttore e di documentari e cortometraggi, fondatore di due festival cinematografici (Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest), Franco Calandrini viaggia tra gli incubi con la sua telecamerina digitale anche quando scrive. Lo sa chi ha letto il suo esordio narrativo, il noir È colpa di chi muore (Il Maestrale 2011). Lo conferma chi legge adesso il suo nuovo lavoro, Corpi estratti dalle macerie.
Non sono incubi di quelli che si dissolvono al mattino, mostri del Monte Calvo di Mussorgskij, ma proprio gli incubi che definiamo tali quando ci tocca di viverli: mirabile traslato, il titolo stesso di questo singolare piccolo libro, allude alle macerie morali che restano dei terremoti di ogni vita.
Narra un fatto, e descrive l’universale in una forma che ha preso via via, in lavorazione e senza che fosse cercato, l’aspetto di un romanzo in forma di dramma alla Sunset Limited, di una visone pronta a passare dalla pregiata carta avorio al palcoscenico di un teatro o alla sequenza visiva di un film.
Un uomo e una donna, chiusi in una stanza, all’interno di uno dei “residence di lusso” che la Compagnia petrolifera ha fatto costruire “a poche centinaia di metri dal fiume Ural”. Affascinantissimo “interno”, o promettentissimo inizio, ma “quello è solo l’inizio”, appunto. In realtà Martha, “capelli folti rosso rame, maestosa, abbondante, regale, con un viso bellissimo deturpato da una cicatrice”, e Ivan “piccolo, arcigno, calvo, muscoloso, un fascio di nervi nudo” sono lì per “concludere”, tecnicamente, la storia che ce li ha condotti. E con gesti e frasi che sorprendono loro prima di chi legge, arriveranno alla conclusione insieme più logica e più sconvolgente.
 
È possibile acquistare il libro qui:
- http://www.libreriauniversitaria.it/corpi-estratti-macerie-calandrini-franco/libro/9788895166285
- http://www.ndanet.it/corpi-estratti-dalle-macerie.html
- http://www.ibs.it/code/9788895166285/calandrini-franco/corpi-estratti-dalle-macerie.html
- http://www.amazon.it/Corpi-estratti-macerie-Franco-Calandrini/dp/8895166280/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1368210067&sr=1-1&keywords=Corpi+estratti+dalle+macerie



mercoledì 15 maggio 2013

RAVENNA TG.IT CULTURA E SPETTACOLI lunedì 13 maggio 2013

 
In libreria 'Corpi estratti dalle macerie'
Il libro scritto da Franco Calandrini, produttore e fondatore di festival cinematografici.
Produttore di documentari e cortometraggi, fondatore di due festival cinematografici (Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest), Franco Calandrini porta in libreria 'Corpi estratti dalle macerie' (quarup).
Calandrini viaggia tra gli incubi con la sua telecamerina digitale anche quando scrive. Lo sa chi ha letto il suo esordio narrativo, il noir È colpa di chi muore (Il Maestrale 2011). Lo conferma chi legge adesso il suo nuovo lavoro, Corpi estratti dalle macerie. Non sono incubi di quelli che si dissolvono al mattino, mostri del Monte Calvo di Mussorgskij, ma proprio gli incubi che definiamo tali quando ci tocca di viverli: mirabile traslato, il titolo stesso di questo singolare piccolo libro, allude alle macerie morali che restano dei terremoti di ogni vita.

Narra un fatto, e descrive l'universale in una forma che ha preso via via, in lavorazione e senza che fosse cercato, l'aspetto di un romanzo in forma di dramma alla Sunset Limited, di una visone pronta a passare dalla pregiata carta avorio al palcosecenico di un teatro o alla sequenza visiva di un film.

Un uomo e una donna, chiusi in una stanza, all’interno di uno dei “residence di lusso” che la Compagnia petrolifera ha fatto costruire “a poche centinaia di metri dal fiume Ural”. Affascinantissimo “interno”, o promettentissimo inizio, ma “quello è solo l’inizio”, appunto. In realtà Martha, “capelli folti rosso rame, maestosa, abbondante, regale, con un viso bellissimo deturpato da una cicatrice”, e Ivan “piccolo, arcigno, calvo, muscoloso, un fascio di nervi nudo” sono lì per “concludere”, tecnicamente, la storia che ce li ha condotti. E con gesti e frasi che sorprendono loro prima di chi legge, arriveranno alla conclusione insieme più logica e più sconvolgente.



DOVE PUOI TROVARE IL LIBRO
http://www.libreriauniversitaria.it/corpi-estratti-macerie-calandrini-franco/libro/9788895166285

http://www.ndanet.it/corpi-estratti-dalle-macerie.html

http://www.ibs.it/code/9788895166285/calandrini-franco/corpi-estratti-dalle-macerie.html

http://www.amazon.it/Corpi-estratti-macerie-Franco-Calandrini/dp/8895166280/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1368210067&sr=1-1&keywords=Corpi+estratti+dalle+macerie


BIOGRAFIA Franco Calandrini nato negli anni del grande boom economico, produttore di documentari, corti e videoclip fino alla fine degli anni Novanta, ha in seguito fondato due festival di cinema: Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest. La raccolta completa dei racconti, intitolata "Io non so fare niente" pubblicata da Giovane Holden Edizioni, è stata tra i finalisti del Premio Letterario “Vladimir Nabokov” e ha ottenuto una Menzione Speciale alla XX Edizione del Concorso Nazionale Letterario "García Lorca"." È colpa di chi muore" suo primo romanzo è edito da Il Maestrale. Con "Corpi estratti dalle macerie" edito da Quarup Editrice, tenta un coraggioso esperimento di narrazione che si richiama esplicitamente all’indimenticabile lezione di Bernard-Marie Koltès.

lunedì 13 maggio 2013

domenica 12 maggio 2013

Il nuovo libro di Franco Calandrini


Corpi estratti dalle macerie

Franco Calandrini

(quarup)

«adesso potete passare alla prossima occupazione: la vita» Raymond Carver

Produttore e di documentari e cortometraggi, fondatore di due festival cinematografici (Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest), Franco Calandrini viaggia tra gli incubi con la sua telecamerina digitale anche quando scrive. Lo sa chi ha letto il suo esordio narrativo, il noir È colpa di chi muore (Il Maestrale 2011). Lo conferma chi legge adesso il suo nuovo lavoro, Corpi estratti dalle macerie. Non sono incubi di quelli che si dissolvono al mattino, mostri del Monte Calvo di Mussorgskij, ma proprio gli incubi che definiamo tali quando ci tocca di viverli: mirabile traslato, il titolo stesso di questo singolare piccolo libro, allude alle macerie morali che restano dei terremoti di ogni vita.
Narra un fatto, e descrive l'universale
in una forma che ha preso via via, in lavorazione e senza che fosse cercato, l'aspetto di un romanzo in forma di dramma alla Sunset Limited, di una visone pronta a passare dalla pregiata carta avorio al palcosecenico di un teatro o alla sequenza visiva di un film.
Ufficio stampa quarup






Un uomo e una donna, chiusi in una stanza, all’interno di uno dei “residence di lusso” che la Compagnia petrolifera ha fatto costruire “a poche centinaia di metri dal fiume Ural”. Affascinantissimo “interno”, o promettentissimo inizio, ma “quello è solo l’inizio”, appunto. In realtà Martha, “capelli folti rosso rame, maestosa, abbondante, regale, con un viso bellissimo deturpato da una cicatrice”, e Ivan “piccolo, arcigno, calvo, muscoloso, un fascio di nervi nudo” sono lì per “concludere”, tecnicamente, la storia che ce li ha condotti. E con gesti e frasi che sorprendono loro prima di chi legge, arriveranno alla conclusione insieme più logica e più sconvolgente.

DOVE PUOI TROVARE IL LIBRO

BIOGRAFIA Franco Calandrini nato negli anni del grande boom economico, produttore di documentari, corti e videoclip fino alla fine degli anni Novanta, ha in seguito fondato due festival di cinema: Corto Imola Film Festival e Ravenna Nightmare Film Fest. La raccolta completa dei racconti, intitolata "Io non so fare niente" pubblicata da Giovane Holden Edizioni, è stata tra i finalisti del Premio Letterario “Vladimir Nabokov” e ha ottenuto una Menzione Speciale alla XX Edizione del Concorso Nazionale Letterario "García Lorca"." È colpa di chi muore" suo primo romanzo è edito da Il Maestrale. Con "Corpi estratti dalle macerie" edito da Quarup Editrice, tenta un coraggioso esperimento di narrazione che si richiama esplicitamente all’indimenticabile lezione di Bernard-Marie Koltès.


giovedì 9 maggio 2013

mercoledì 8 maggio 2013

Recensione su "Corriere della sera"

Recensione "E' colpa di chi muore"
22 mag 2011 - Il Corriere della Sera | Ermanno Paccagnini
 Il mistero di una madre assente e i turbamenti del giovane Ermes
Ha piu' del racconto lungo che del romanzo E' colpa di chi muore di Franco Calandrini (titolo che richiama un verso di La cattiva strada di De Andre'), che aveva esordito quarantasettenne nel 2008 coi racconti di Io non so fare niente. Una vicenda che si svolge nelle trentasei ore rivissute attraverso un ravvicinato flashback a partire da un presente col quale si apre e si chiude il volume, nel quale si aprono altri piu' lontani flashback sull' infanzia del protagonista. Un presente che vede un diciannovenne Ivan forse un po' troppo adulto e colto spingere la carrozzina del vecchio padre Ermes, invalido settantenne che vive anche un processo di menomazione mentale fatto di coscienza e vuoti, a poche ore dalla morte e dal funerale della madre, di cui Ermes pare essere all' oscuro. Ed e' un viaggio non solo nell' immediato di azioni e gesti che accompagnano Ivan nella quotidianita', con un padre bisognoso e irritabile in quei primi momenti di lutto, ma soprattutto negli squarci memoriali dei rapporti di Ivan con la ?traballante? madre, cantante lirica di modesto talento che soprannomina con amorosa rabbia Mademoiselle Butterfly. Anni che Ivan rivive con sofferenza e alla cui reale conoscenza concorrono - mettendo in crisi quelle che ritiene indiscutibili certezze - anche gli incontri con la zia Marta e un vecchio collega spasimante della madre, personaggi in certo senso cinematografici (cui si rifanno pure certi esterni come il viaggio in pullman o in taxi, o la scena del cimitero), che pero' in diversa misura aprono in Ivan spiragli sulla rivelazione finale. Una madre spesso lontana nel calcare i palcoscenici di provincia, che ha vissuto in simbiosi con l' ex burattinaio Ermes almeno sino alla nascita di Ivan; il quale si vede investito della colpa di essersi di fatto intromesso tra loro, con la madre che tarda e sempre piu'spesso non torna a casa. E il racconto e' anche il disvelamento inatteso e anzi inimmaginabile dei silenzi e delle lontananze di lei, che mai ha abdicato all' intenso amore per il marito pur nell' allignare delle violenze di Ermes nei suoi confronti, raggiunto attraverso un procedere in climax emotivo dovuto agli elementi agnitivi che spuntano; anche se persistera' in Ivan e nei lettori il mistero della morte della madre, tra ipotesi suicide e strane ferite (mistero infittito da una confessione sacramentale del padre). Un racconto soprattutto d' anime, che si riflette in un paesaggio non solo piovoso ma da nubifragio, speculare a quanto accade nella mente e nell' animo di Ivan, e sottolineato dalla prevalenza d' un procedere dialogico, ove l' assenza stessa delle virgolette ribadisce anche come, quando Ivan non parla col padre o la zia Marta o con altri personaggi sporadici, e' con se stesso che parla. E non per nulla il cedimento di tale procedere avviene ove a questo monologo subentrano momenti riflessivi depositati sull' esterno, piu' da esercizio di stile, come nelle pagine d' avvicinamento all' ospedale (pp. 38-39), o soluzioni ricercate come il dialogo fittizio o certi ricordi dialogici con la madre (pp. 80-83). Cosi come non mi convince tanto la rappresentazione dell' altalenante smemoratezza paterna. Sono momenti in cui non per nulla a cedere e' pure la secchezza della scrittura, che invece e' la cifra piu' propria all' autore nel ripercorrere quei deserti d' anima.
 
 

E' colpa di chi muore

 Titolo: E' colpa di chi muore
 Edizione 2011
 Editore : Il Maestrale
 Pagine: 140

New Price!! Su sito Mondadori € 9,75

IN MONDADORI

Nella zona portuale di una città innominata, sotto la pioggia di un’alba gelida, un ragazzo spinge una sedia a rotelle con sopra un vecchio inebetito. Il ragazzo punta verso l’unico, malfamato, bar aperto a quell’ora. Porterà il gelo anche là dentro, fra gli avventori, quando a un barista svogliato e scontroso dirà platealmente che sua madre s’è appena impiccata e che, se non porta subito un caffè al padre sulla sedia a rotelle, si ammazzerà anche il vecchio. Come la vita di Ermes e Ivan, padre e figlio con troppi anni di differenza, sia arrivata fino a questo punto si saprà ascoltando il racconto delle 36 ore precedenti. L’odissea urbana di due giorni è narrata dalla voce di un ragazzo costretto a crescere molto in fretta fra una giovane madre cantante d’opera di modesto talento, in fuga da tutti e da se stessa, e l’assistenza al padre, ex burattinaio, menomato nel corpo e nella mente. Un precipitare di eventi, aperto dall’impatto con la morte violenta, costringe a un’ulteriore comprensione del mondo, che può risultare persino peggiore di come il protagonista se l’era immaginato. E gli avvenimenti impongono una nuova dolorosa lettura del passato che porta alla percezione di una inquietante verità, ma può anche portare a riscrivere il proprio futuro.


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