Un uomo e una donna, chiusi in
una stanza, all’interno di uno dei “residence di lusso” che la Compagnia
petrolifera ha fatto costruire “a poche centinaia di metri dal fiume Ural”.
Affascinantissimo “interno”, o promettentissimo inizio, ma “quello è solo
l’inizio”, appunto. In realtà Mar tha, “capelli folti rosso rame, maestosa,
abbondante, regale, con un viso bellissimo deturpato da una cicatrice”, e Ivan
“piccolo, arcigno, calvo, muscoloso, un fascio di nervi nudo” sono lì per
“concludere”, tecnicamente, la storia che ce li ha condotti. E con gesti e
frasi che sorprendono loro prima di chi legge, arriveranno alla conclusione
insieme più logica e più sconvolgente.
Franco Calandrini
Produttore di documentari e
cortometraggi, fondatore di due festival cinematografici (Corto Imola Film
Festival e Ravenna Nightmare Film Fest), Franco Calandrini (Ravenna, 1961) ha
esordito come autore di narrativa con il noir È colpa di chi muore (Il
Maestrale 2011). Sperimenta adesso, con
questo Corpi estratti dalle macerie, scritture lontane dal “genere”, tentando
un coraggioso esperimento di narrazione che si richiama esplicitamente
all’indimenticabile lezione di Bernard-Marie Koltès.
Nessun commento:
Posta un commento